Senza Coloranti

vascelli fermi a sostare su Plutone di Giuseppe Panariello

La mostra a cura di Maresa Galli riprende un percorso degli anni ‘90 della prolifica attività artistica di Giuseppe Panariello: “SENZACOLORANTI sintetizza tutto quello che volevo cambiare nel mio lavoro” cosi scriveva Panariello alla mostra senzacoloranti del 1994 alla Galleria ARTExARTE. Infatti “SENZACOLORANTI” non azzera l’uso del colore, ma come abilmente ha scritto Simona Barucco:…”SENZACOLORANTI” è la necessità di sgombrare il campo dal colore per leggere la materia nuda, senza imperfezioni. Il lavoro di superfice diviene, di volta in volta, una ricerca nella propria identità, nel non colore che esiste in ognuno di noi, matrice essenziale del mistero della creatività”. Sono circa 40 le opere esposte nell’elegante galleria di Antonio Iazzetta. Opere realizzate con cartone ondulato doppia onda dove prevale il nerografite.

Lo avevamo lasciato protagonista del SILENZIO, imperativo artistico e filosofico sulla profondità del messaggio estetico ma non estetizzante, manifesto di ribellione etica che riconduce al valore della comunicazione. Pippo Panariello riscopre il leit motiv di trent’anni di produzione di significato. SENZACOLORANTI torna alle origini, alla ricerca, mediante il segno, dell’opera significante che esplode con tutta la potenza del nero grafite. Nel suo intero, variegato, complesso, fedele a se stesso, elegante percorso artistico Panariello combatte il rumore dell’ipercomunicazione contemporanea, la miriade di segni che confonde, il vuoto a perdere di un mondo che, paradossalmente, nella moltiplicazione di social e mezzi, esprime sempre meno sentimenti, sempre più immagine fine a se stessa. Il cartone trasformato/plasmato da Panariello mostra il processo che ridà dignità alla materia “povera”, da scoprire, forgiare, per raccontare storie infinite. L’artista ama il nero, “tremenda sorgente di forma capace di unire al mistero la potenza”, materiale parlante che rinvia all’essenzialità nelle forme, nella costruzione geometrica, nei cromatismi decisi e vibranti, nella ricerca intellettuale che restituisce tensione etica. Le sue sagome perfette in nero e grigio magmatici sono tagliate/attraversate da squarci cromatici intensi – l’inatteso, l’insondabile, l’esplosione della creazione nella sequenzialità delle linee di fontaniana memoria e rivoluzionaria concezione dello spazio. Come sempre, Panariello, con la sua opera, sonda tutto ciò che va oltre la materia, oltre il sensibile – con nuovi segni, superamento e anticipazione del nuovo spirito. Un altro futuro è possibile.

Maresa Galli


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